21 luglio 2016. A Roberto.

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Tra il 20 e 21 luglio, Roberto Iannilli e Luca D’Andrea sono stati ritrovati esanimi ai piedi della Parete Nord del Camicia.
La notizia è terribile, rimango sgomenta e disorientata e insieme a me i Soci dell’Associazione.
Ho letto il libro che Roberto ha scritto e so cosa è la Parete Nord del Camicia grazie al bellissimo capitolo ad essa dedicato e alla descrizione di quelle due vie nuove, Nirvana e Vacanze Romane, aperte e salite nel 1998 e 1999 con l’Amico (forse il più caro) Ezio.
Conosciamo Roberto a marzo del 2008, in occasione della conferenza “Dedicato a Stefano . Cultura della montagna ed etica dell’alpinismo”.
Volevamo, tra gli altri Ospiti (Unterkircher, La Terra, Caruso), un rappresentante dell’alpinismo – quello puro, etico, forse ancora “romantico” – del Centro Italia e Roberto ci sembrò la figura più giusta, lo invitammo e subito accettò con la spontaneità e l’immediatezza che lo contraddistinguono.
Roberto è Socio Onorario della nostra Associazione e la sua strada da allora è rimasta vicino a Stefano ed a noi.
Nel 2008, nella Miyar Valley, dedicò a Stefano una via “Lost on a dream track” che porta in vetta ad una torre innominata, per la quale, insieme ai suoi Compagni di cordata Stefano Cacioppo e Cesare Giuliani, propose il nome “Stefano Zavka tower”.
Roberto è sempre riuscito a trovare un modo, un’occasione per incontrarci e per condividere con noi quel momento unico, irripetibile in cui si parla di Montagna, dei successi, degli insuccessi, dei dubbi, delle motivazioni che spingono a compiere imprese praticando un’attività che è tanto bella quanto “inutile” (come spesso amava dire, ma non credendoci…….).A gennaio di questo anno, Roberto, durante la nostra manifestazione “Vette in Vista” è venuto a presentare un premio a cui teneva molto, la Targa degli Alpinisti del Gran Sasso, da assegnare <……alla scalata (discesa, soccorso, traversata, concatenamento, estate o inverno) più interessante. Stile, etica, passione, coraggio sono i valori che determineranno l’assegnazione del premio, aperto a tutti.>
Ripensandoci oggi e rileggendo il suo libro “….forse ACCADE COSI’. L’Alpinismo un gioco : ma non uno scherzo” credo proprio che ogni suo passo in quel Gran Sasso e nei luoghi vicini e lontani da lui percorsi porti indissolubilmente quella Targa.
A Roberto piaceva molto dedicare vie e cime agli amici scomparsi e nel suo libro c’è un capitolo Serve a poco ma fa bene, che termina con la frase:
“La nostra vita è probabilmente un viaggio verso il niente, ma l’impronta che lasciamo lungo la strada a volte rimane a lungo, almeno fino a quando ne resta la memoria. La montagna conserva per ere geologiche le sue tracce ed io gli affido questi nomi nella speranza di preservarne più possibile il ricordo”.
Non sono certo in grado di scalare una montagna (non l’ho mai fatto) e non potrò dedicarti una via e credo che nessuno della nostra associazione possa realizzare l’impresa, ma il Tuo ricordo sarà sempre con noi.
A Patrizia, l’abbraccio di tutti noi.
Ciao
Rita & l’associazione.

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